Una storia d'arte, una storia d'amore
Marcello Minotto è nato a Venezia nel 1906, da una nobile famiglia veneziana, ed è morto a Milano nel 1998. Figlio di un noto e valente orafo, si appassiona e interessa ai gioielli fin da piccolo, nella bottega del padre. Già a 18 anni, appena diplomato Maestro d’arte all’Accademia d’Arte di Venezia, comincia ad approfondire lo studio della scultura, dello sbalzo e del cesello, e poi dell'ageminatura, incisione, niello e fusione, come gli antichi maestri.
Uomo sensibile e buono, dal fisico sottile, con i lineamenti marcati e degli occhi estremamente profondi, che si illuminavano quando si apriva al sorriso, nutriva un amore puro per la bellezza ed era pronto alla dedizione totale per la sua arte.
Sin dall’inizio si è rivelato come personalità libera e appassionata, al punto che quando gli venne proposto di trasferirsi al Vittoriale, come scultore personale di Gabriele D’Annunzio, rifiutò. Aveva solo 20 anni, ma la libertà artistica gli premeva più della fama.
Questo tratto del suo carattere rimase poi costante e integro per tutta la sua vita, rendendo il suo lavoro originale e personalissimo. Senza seguire alcuna tendenza di moda o corrente artistica prevalente, Marcello Minotto combinò le sue abilità tecniche, artigianali e artistiche per creare splendidi gioielli, con i quali poté sostenere se stesso e la famiglia, e mirabili sculture. Soprattutto in queste ultime esprimeva, oltre al suo amore per la bellezza, il suo sguardo candido sul mondo e la sua capacità di raccontare tutto con un solo gesto.
Nel 1937 Marcello Minotto si trasferì definitivamente a Milano, ed è in questa città che si svolse tutta la sua opera di orafo e scultore.
A partire dal 1926 ha esposto in mostre collettive e personali, regionali e nazionali, sia sculture che sbalzi in argento. Ha anche partecipato alla Biennale di Venezia nel 1942.
Le sue mostre personali più importanti, sempre di grande successo sia di critica che di pubblico, sono quelle di Milano: nel 1937,1948,1965, 1972,1974,1982,1984.